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Storia della Daihatsu

La Daihatsu nasce il primo marzo 1907, a Osaka conquistando da subito un primato, quello della casa produttrice di automobili più antica nel paese del Sol levante. I suoi fondatori sono due professori universitari e da subito la ricerca assume un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’attività perché Daihatsu non costruisce solo automobili, ma rende concreto un modo di pensare e di vivere. una filosofi a che si sta realizzando, giorno dopo giorno, in tutto il mondo, da cent’anni.

Vedere il futuro è un dono. Saperlo anticipare, modificandolo, è l’applicazione rigorosa di una strategia. Fin dalla sua fondazione Daihatsu ha intuito che le città sarebbero state sempre più affollate, le risorse energetiche in progressivo esaurimento, l’inquinamento un problema mondiale. E, da subito, si è specializzata nella produzione di automobili compatte fuori e spaziose dentro, con emissioni e consumi ridotti, perfette per le città e le famiglie, di oggi e di domani. Con una qualità della guida che si estende a quella della vita.

Il segreto è nell’antica tradizione giapponese. Nessuno spreco, non un gesto o un’azione superflua, la ricerca dell’essenza. E poi, la capacità di riprodurre un intero universo in spazi ridotti, e il profondo rispetto della natura. Con disciplina e rigore, applicate ad arti classiche come il bonsai. Un’attitudine che è diventata scienza, attraverso l’impiego della tecnologia. Applicazioni come il catalizzatore intelligente, che utilizzano le innovative e sofisticate nanotecnologie, dimostrano che l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo sono due facce della stessa medaglia.

Le vetture Daihatsu hanno una serie di caratteristiche perfettamente razionali, ma sanno sempre distinguersi grazie alla personalità spiccata. Basti pensare al Midget, soprannominato “elicottero da strada”, veicolo che ha contribuito alla crescita economica del dopoguerra, in Giappone. Oppure a Charade, una vera e propria bandiera, l’auto che ha percorso milioni di chilometri, in tutto il mondo, e da quarant’anni è ai vertici delle classifiche internazionali per i consumi estremamente ridotti, le emissioni ai minimi termini e un’affidabilità leggendaria. Ma ogni modello ha fatto storia, scritta dalle storie di più di 25 milioni di automobilisti, in oltre 140 paesi del mondo.

Risale agli anni ’80 il primo, importante accordo con una casa produttrice italiana. Daihatsu fornisce il motore 1.000 della Charade all’Innocenti, che lo utilizzerà sulla MiniTre, una variante del leggendario modello disegnato da Bertone, e prima auto a tre cilindri prodotta in Italia. Innocenti equipaggia anche la nuova MiniTre D con un piccolo propulsore Daihatsu Diesel da 993 cc, con buone prestazioni e consumi particolarmente contenuti. Tutti invece ricorderanno la Mini De Tomaso Turbo, la progenitrice di tutte le “piccole” grintosissime di oggi. Un’auto mitica, anch’essa dotata dello stesso motore Daihatsu, con l’aggiunta di un compressore volumetrico.

Un’altra collaborazione con l’Italia inaugura gli anni ’90: insieme a Piaggio, Daihatsu produce e distribuisce un furgoncino derivato dall’Hijet, che al pubblico nazionale sarà presentato come Piaggio Porter, il primo veicolo giapponese prodotto su licenza in Italia.

È il 1996. DPS Parts Service importa a Treviglio la prima Daihatsu Feroza 4×4. Una vettura che unisce alle prestazioni di un’auto a trazione integrale le classiche dimensioni compatte, il “marchio di fabbrica” della casa di Osaka. L’abbinamento incontra immediatamente il favore del pubblico, e inizia un rapporto privilegiato con gli italiani che prosegue con il lancio di modelli dalla personalità unica. Come Move, la prima mini-monovolume, introdotta in Italia già nel 1997.

E poi Terios 4WD 1.300, una vera e propria rivoluzione; uno dei primi SUV del mercato, ma anche una vettura ultracompatta a 5 porte che inaugura una nuova era. Sirion 1.000 e 1.300, la cittadina elegante e versatile, e Cuore 1.000, primatista nel contenimento di consumi ed emissioni, concludono il millennio. Daihatsu comincia a farsi conoscere sul territorio nazionale, ma il meglio deve ancora arrivare.

Il desiderio di avventura, la voglia di emergere dalla massa, l’idea di abbinare ecologia ed economia, le suggestioni della guida sportiva: ogni auto Daihatsu rappresenta anche un sogno realizzato. Oggi, la sua gamma ha applicato il pensiero compatto ad ogni segmento del mercato, offrendo la soluzione giusta alle aspirazioni degli automobilisti. Vetture piene di buon senso che lasciano spazio all’immaginazione, modelli che ascoltano anche le ragioni del cuore.
Per un successo senza precedenti in un mercato difficile e competitivo come quello italiano, dove Daihatsu è una realtà in progressiva accelerazione. Ed è solo l’inizio.

Daihatsu si trova a proprio agio nel futuro, perché ci vive da sempre. Tra le prime case costruttrici della storia automobilistica a realizzare modelli elettrici o bi-fuel, all’avanguardia nella realizzazione di dispositivi rivoluzionari per contenere i consumi e abbassare le emissioni, è uno dei pionieri anche nell’adozione di equipaggiamenti di sicurezza attiva e passiva. Ma sta già progettando soluzioni altrettanto rivoluzionarie, come i sistemi di dialogo elettronico tra la strada e gli automobilisti. In un secolo, non sono cambiati gli obiettivi, non è cambiato l’entusiasmo, e l’impulso verso l’eccellenza è sempre lo stesso. Per guardare con fiducia ai prossimi cento anni.

L’attenzione per l’uomo, e per le sue esigenze vitali, si estendono molto oltre i confini di un abitacolo. La qualità della vita è l’obiettivo di tutta l’attività Daihatsu.

Dalla scelta di costruire fabbriche con il minor impatto ambientale possibile, alle ricerche effettuate per contenere l’effetto serra, fino alle politiche di riutilizzo, riciclo e riduzione dei componenti potenzialmente dannosi per l’ambiente. Un approccio globale al benessere quotidiano, che non si limita al comfort e alla facilità di guida di ogni vettura, ma si applica anche all’ambiente circostante, e pensa alle generazioni future.

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